venerdì 22 febbraio 2013

chiedi chi erano i mumford. ma non a me


mia figlia – 13 anni – parlando degli ultimi brit awards, mi ha informato che il premio come miglior band britannica era stato vinto dai mumford & sons. cosa che va anche bene, il gruppo è (abbastanza) interessante, ha riportato in auge un certo folk, hanno il banjo, ecc. ecc. la cosa che mi ha fatto riflettere, è che i tizi hanno vinto sugli one direction e sui muse. che è come far competere nella stessa categoria un a pera, un autogru e un album da disegno. oppure un cavallo, un castello medievale e uno spinterogeno. ovverosia tre cose che non dovrebbero entrarci niente l'una con l'altra. infatti l'indomani la presentazione, la tribù planetaria dei, o meglio delle, directioners, si interrogava sgomenta su chi fossero i barbudos che avevano scippato la corona ai loro principini. Se non avete idea di caspita siano i, o soprattutto le, directioners, vuol dire che non avete figlie adolescenti. gli one direction sono la boy band del momento, cinque inetti sui vent'anni che ne dimostrano quindici, e i loro fans si fanno per l'appunto chiamare directioners. e l'interrogativo non è per nulla peregrino. perchè se i cinque incapaci avessero perso, che so da ed sheeran o dagli emblem three (idoli per teen agers, non vi sforzate ad andare a cercare chi siano), l'avrebbero capito, anche se non accettato. ma i mumford & sons e i muse che ci azzeccano? e invece ci azzeccano, evidentemente, e questo solleva secondo me diverse questioni. qualche anno fa le tre band avrebbero gareggiato in tre categorie diverse, sicuramente. altrimenti sarebbe stato come se, per dire, chi dovere avesse dovuto scegliere fra sex pistols, queen e muppets. inconcepibile. oggi invece la cosa è evidentemente concepibile, e questo in primis ci fa supporre che le differenze fra i tre gruppi siano in realtà molto sfumate e che il genere musicale così come lo intendevamo non esiste più. si, perché è inutile che una formazione ancorchè valida come i mumford & sons venga sbandierata come il nuovo che avanza e che si millanti una loro durezza e purezza, dal momento in cui accetta di buttarsi – perchè le conviene ovviamente – nell'agone insieme ai cinque imberbi. e anche i muse non sono nè i nuovi queen, o nuovi u2 o nuovi quel che vi pare. alla fine nonostante il loro strepitare saranno ricordati più probabilmente come i nuovi take that, perché sono personaggi pop e stop, e la musica che fanno (neanche bene, ma questo è solo un mio parere) conta zero. non fossero stati personaggi da rotocalchi, col piffero che l'insignificante matthew bellamy avrebbe accalappiato kate hudson.
boh, alla fine qualcuno dirà che è giusto così, cheè democrazia, globalizzazione. ma a me non torna che ci siano molti che hanno nel loro lettore muse, one direction e mumford in fila. perchè mi hanno insegnato che non si confrontano le mele con le pere, e, come dice un vecchio adagio, se ti metti a discutere con uno stupido, la gente potrebbe non notare la differenza. e non ho detto che gli stupidi siano i cinque bambocci

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