lunedì 28 ottobre 2013

qualcuno deve pur averci presentato (primi incontri - casuali o meno e non sempre capiti - con i miei compagni di viaggi


6. lou reed, o del rispetto


detto fra noi, non mi ricordo esattamente quando ho ascoltato per la prima volta rock'n'roll animal, né chi fosse stato il pusher in quell'occasione. '74 o '75, probabilmente il long playing. perché quello che mi colpì al primo ascolto, e mi colpisce tutt'ora di quel disco è il suono. pieno, quasi ridondante, avvolgente, saturo, inesausto ed inesauribile. 
non sapevo molto di lou, allora. nel mio adolescenziale bisogno di catalogazione a tutti i costi lo classificavo genericamente nel glam. avevo ascoltato un po' di david bowie, pinup e aladdin sane, senza troppo entusiasmo, troppo pop per un giovane purista nerd come me.
quando parlo di questi primi ascolti, primi incontri con i dischi per me fondamentali, tendo forse a ripetermi. ma ci posso fare poco: veramente l'impatto di questi dischi è sempre fulminante. in questo caso, l'inizio del disco è affidato ad una lungo strumentale guidato dalle chitarre di dick wagner e steve hunter, veri dominatori di tutto l'album, che dialogano su un variopintissimo (esiste il superlativo?) tappeto di basso, batteria e tastiere. dopo diversi minuti entra, sorniona e strafottente, la voce di lou, e il pezzo diventa sweet jane. 
come dire che fino ad un minuto prima era storia, ed adesso è leggenda.
il contrasto fra il sontuoso magma strumentale e la voce un po' atona ed insolente del capobanda è il vero quid che fa grande il disco, il miracolo che ha ammantato di leggenda questo album. oltre all'infilata di brani mitologici.
così ho scoperto lou reed. avrei realizzato con il tempo che questa era soltanto una delle mille sfaccettature di quest'uomo straordinario. poeta secondo forse solo a dylan, uno che ha collaborato con andy warhol, robert wilson e i metallica, ispiratore e padrino di generazioni di correnti e musicisti, innovatore sempre, comunque e nonostante.
da quel primo ascolto, non sono diventato un superfan di lou, nel senso che non conosco tutti i suoi dischi (ne avrà fatti tremila), ma è forse il musicista che rispetto di più in assoluto e penso che abbia disseminato nella vicenda culturale del XX secolo alcune pietre miliari imprescindibili. 
francamente, pensavo che lou fosse immortale, tanto mi sembra fondamentale la sua presenza nel mondo. la sua scomparsa mi ha parecchio scosso. anche perché quando questi titani ci lasciano, rimaniamo sempre più soli in compagnia della miriade di cazzoni che ci attorniano e ci soffocano con la loro piccineria, e che messi uno sull'altro non arrivano neanche alle caviglie di lou.
forse, se avessi ascoltato transformer prima di rock'n'roll, non mi sarei attaccato a lou in questo modo. meno male

http://youtu.be/Nn5D2l37rdY