martedì 5 febbraio 2013

in boss we trust

la casa dove abito si trova nel quartiere più agiato e conservatore della città, e la parrocchia che lo rappresenta è forse la più integralista di tutte. l'anno scorso, al momento della benedizione pasquale, mi suona alla porta il parroco. "sono qui per la benedizione". lo faccio accomodare. "ah, che bella casa, quanti libri, quanti dischi" ecc. ecc. "guardi, io non sono credente, ma la padrona di casa lo è, quindi se le fa piacere benedire la casa, penso faccia piacere anche a lei, ed io non ho nulla in contrario. il prete, un uomo sulla quarantina, ci pensa un po' su e poi "beh, ho molto da fare, ci sono tante case da visitare, arrivederci" "arrivederci, grazie". ha benedetto cinque appartamenti su sei, forse come media gli bastava, boh.
mezz'ora fa, suonano alla porta. quello che mia nonna avrebbe definito un pretino, in giubbottino nero da trekking e clergyman, mi chiede se voglio la benedizione. gli rifaccio lo stesso discorso che feci al suo collega, o superiore. nota anche lui i dischi, parliamo un po' di musica, così in generale. poi mi fa 
"se per lei va bene, io benedirei la casa, anche perché sono un grande fan di lui" e prende un libro su bruce springsteen. "l'ho visto a firenze". "sotto l'acqua". "non la sentivo neanche"
breve silenzio in onore del boss. "reciterebbe un padre nostro con me?" fa lui. "preferirei di no". "va bene allora se permette leggo un brano a caso dal vangelo". "va bene". e dal vangelo di matteo mi legge di barabba. parliamo un po' del brano, lui non chiama barabba brigante o ladrone. "era una sorta di terrorista" dico io. "si, anche se dipende da chi vince la guerra, per dire che uno è terrorista". detto questo, benedice la casa, fa il suo sermoncino, parliamo un po' di jesus christ superstar e se ne va.

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