giovedì 16 dicembre 2010

alibi generation

Devo dire che il sospetto ce l'ho da un po', ma dopo l'altra sera, quella dell'ennesimo B day (14 dicembre 2010, per i posteri che ritroveranno questo scritto nella sabbia del deserto che ci lasceremo alle spalle), è diventata una certezza. La mia generazione, non dico che ha fallito, ma sicuramente non ce la sta facendo, perlomeno in Italia.
Parlo di chi è nato grosso modo in una arco di tempo che va dal 1957 al 1967, che doveva raccogliere il testimone di chi ha vissuto e portato avanti la ricostruzione del dopoguerra, di chi ha vissuto l'esaltante fase delle idee degli anni 70, con tutte le sue controversie e i suoi sbagli. Per non parlare di chi ha difeso e fatto vincere la democrazia e la libertà negli anni 40.
Va detto, e riconosciuto con grande onestà, che quel testimone quella generazione è sempre stato riluttante a cederlo. Ma è sempre stato così, direi. Per dire ( lo dico con grande rispetto) ai vecchi, ora sta a noi, mettetevi pure comodi e grazie, ci vuole credibilità, capacità e voglia. Probabilmente le avevamo anche queste qualità, forse le abbiamo ancora. Ma non abbastanza, evidentemente. Forse siamo destinati ad un decoroso ed anonimo campionato di metà classifica e quelli dopo di noi magari vinceranno lo scudetto. Dipende anche da cosa gli lasciamo in dote.
L'Italia è ancora un paese governato da vecchi, con modelli vecchi, abitudini e usanze vecchie, un'economia e una politica vecchie.
La Merkel ha 56 anni, Zapatero 50, Cameron 44, Sarkò 55, Obama 49, Medvedev 45. Berlusconi ha 74 anni e il suo principale oppositore non si sa perchè non c'è.
Lo so che la politica necessità di maturità, ma Moro e Berlinguer sono morti a 62 anni ed erano già Moro e Berlinguer da un po'.
Si tende ad identificare la generazione dei trentennì come quella dei bamboccioni. Mah. Anche noi cinquantenni circa si scherza poco. Siamo partiti bene, o meglio qualcuno lo ha fatto, ma parecchi si son persi sulla via di Damasco o si sono accucciati in qualche angolino confortevole e riparato. Hanno tirato i remi in barca, forse non hanno mai remato.
I nostri eroi, gli eroi di molti spero, sono vecchi. Hanno dato tantissimo, e ancora stanno dando. Ma sono stanchi e sarebbe giusto, per noi e per loro, che si facessero da parte. Ma per far posto a chi?
Parliamo di cinema. Monicelli ci ha appena lasciato soli a 95 anni, Francesco Rosi ha 88 anni, Bellocchio ne ha 70 e Bertolucci, il ragazzino, 69. Ok, ciao e grazie. E chi ci mettiamo al loro posto? Verdone, Virzì o Veronesi? Dai, non scherziamo. Ce ne abbiamo di bravissimi, per carità, Soldini, Mazzacurati, Sorrentino, tanto di cappello. Ma a tutti mancata la zampata, il lampo, il quid. Ho capito che vengono dopo una generazione di maestri, ma quelli di cui sopra venivano dopo De Sica e Visconti, non dopo i Vanzina.
Non parlerò di musica, perchè sennò mi prende un mancamento, e soprattuto perchè non accetterei obiezioni.
Si, va bene, il mondo è cambiato, i tempi sono diversi. Ma chi lo ha fatto cambiare, di chi sono i tempi? Non vorrei passare alla storia come appartenente alla generazione delle giustificazioni, del ma io ci ho provato.
Ho il forte sospetto che abbiamo sempre avuto paura di rimanere da soli, oltre ad avere un enorme complesso d'inferiorità. E ora rischiamo di dover andare in pensione prima della generazione precedente, e magari è anche giusto. Anche perchè questi giovani "sbandati", "senza valori nè ideali", di chi son figli?
Molti di noi ci stanno provando, per carità, e non voglio buttare via il bambino con l'acqua sporca e qualcuno indica anche la via giusta (non parlo di Fazio e Saviano, per favore), e si fa bene.
Ma io cominceri a dare più spazio ai ragazzi. Ma ai ragazzi ragazzi, non agli eterni tali. E lo spazio vero, quello che conta, quello dove si decide. Non ad Amici o a X factor

giovedì 9 dicembre 2010

non mi piace

è il momento degli elenchi! mi è venuta voglia di stilarne uno anch'io, con le cose che non mi piacciono.
ho tralasciato i grandissimi temi, violenza sui deboli, guerre, carestie, malattie, ecc, che spero sottintese.
ho voluto puntualizzare altro, ma l'elenco non è semiserio.
potremmo cavalcare l'onda dicendo. resto anche se non mi piace:

la mancanza di sobrietà
la mancanza di stile, qualunque esso sia
il poco rispetto nei confronti della musica e di chi la suona
il fatto che tutti oggi pensino di poter far tutto
la mancanza di memoria, non solo quella storica
il non rispetto delle regole precedentemente accettate
l'eccessivo attaccamento delle madri ai figli
la latitanza dei padri
jovanotti e i negramaro, per dirne due
la superficialità e l'approssimazione
i suv in giro per empoli
chi non sta in fila
chi non dice grazie e per favore
i bambini maleducati
i loro genitori
i ragazzi di colore che ti chiamano razzisti se non gli dai dei soldi
chi parla male, potendo fare altrimenti
chi governa con il ricatto
chi non vuole essere considerato diverso
l'autocelebrazione
il calcio di oggi
i vecchi con i pantaloni a metà chiappa
i catering, i maitres, i sommeliers e gli chefs dell'ultim'ora
i cinesi che non vogliono imparare l'italiano
i mercatini di natale
i negozi continuamente aperti
chi non capisce quand'è il momento di smettere
i commessi che ne sanno meno di te
chi ha iniziato a recitare con eduardo
chi ci governa, chi li ha votati e chi li rivoterebbe
( in italia e localmente)
lavorare
la fretta
le comodità eccessive
le scarpe moderne, da uomo e da donna
l'indifferenza
"io rifarei tutto quello che ho fatto nella vita"
gli applausi sempre dovunque e comunque
l'arroganza condivisa
gli occhiali colrati e con le stanghette a cappero di cane
l'ignoranza ostentata
la -ità (italianità, empolesità, ecc)
la lunghezza di questa lista

giovedì 2 dicembre 2010

taglio degli interessi

l'età ha qualche vantaggio, senza dubbio. Non tutti quelli che si dicono in giro soprattutto dal momento che questo è diventato un paese comandato dai vecchi.
Però, rispetto a quando avevamo trenta o, peggio ancora, venti anni, poveretti noi, qualcosa si riesce a portare a casa. Non senza fatica, beninteso.
a vent'anni, in pieno, giustificato delirio di onnipotenza e con gli ormoni che ballano la conga, ci piace tutto e si vuol provare tutto. E allora cinema birmano, danza sperimentale, club culture, reading di poesia, mimo. E come ci piace tutto! Come ci interessa!
Non solo, per assecondare l'amorino di turno, chi non apprezza una bella camminata a piedi scalzi sulla spiaggia a gennaio o una passeggiata nei campi a luglio? Che volevi stare a casa ad ascoltare i Genesis? Ma vergogna.
Una vita d'inferno. Ma chi ci ammazza, siamo giovani, invulnerabili, invincibili, infallibili. Sotto sotto, il terrore di non essere accettato in certi consessi, e di vedersi negati certi amplessi, ci impedisce una certa libertà di scelta e una sostanziale sincerità di fondo, così come accadeva a noi ragazzi degli anni '80. non ti piaceva Nostalghia di Tarkovskij? Ma eri un poveretto! E poi come facevi ad apprezzare la quindicinale gita a Bagno Vignoni,sul set del film, nei luoghi ove la leggiadra vestale Domiziana Giordano (chi se la ricorda?)vagava senza costrutto alcuno? Questo, per dirne una.
In sintesi, hai pochi interessi, quali che siano? Vergogna.
Con il passare degli anni, acquisti un po' di sicurezza in te stesso, affini i tuoi obiettivi, centri e concentri i tuoi desideri. Ma non è così facile.
Cerchi delle sponde di prestigio, che servono sempre alla causa. Perché se Woody Allen non sopporta il mimo, la sua è l'originale, brillante, anticonformista posizione di un grande personaggio, e se tu invece strozzeresti ogni mimo con le righe delle sua maglietta, sei il solito polemico col paraoocchi?  Quindi. Avere molti interessi, diversificare i propri gusti,tenere le antennine sempre belle dritte, è indubbiamente cosa buona e giusta. D'altra parte non ci può far piacere tutto ed essere sempre d'accordo, anche se le cose che si dicono sono condivisibili. E così ben venga la mezza età, se questa ci permette di dire, ragazzi, io ci ho provato, ma il teatro, la danza e l'opera, non mi piacciono, non ce la faccio, non mi interessano. Mi concentro sui miei amati dischi, sui film, sui libri (anche altro, ma non è questa la sede). Non è mica poco. E neanche così facile. Perché se qualcuno – io,per esempio – prova a dire una cosa del genere, l'arricciamento del naso e l'inarcarsi del sopracciglio scattano fulminei, nonché una certa aria di commiserazione per la barbarie culturale e la vacuità intellettuale espressa da tale affermazione. Figuriamoci poi se uno esprime perplessità su un programma televisivo con elenchi, parabole, applausi e balletti convulsi. Apriti cielo. E allora, se neanche l'età ti viene in aiuto, che si fa? Si fa finta di essere ancora ragazzi? O si alza il volume dello stereo?