mercoledì 12 giugno 2013

qualcuno deve pur averci presentato (primi incontri – casuali o meno e non sempre capiti – con i miei compagni di viaggio)

5. yes, l'appuntamento rimandato. seconda parte

era pomeriggio, ed era caldo. in quel banco - come in molti altri del resto - fra rayban, field jackets, t- shirts fruit of the loom, schiuma da barba noczema, e altre americanate - c'erano anche degli di scaffali di legno pieni di  musicassette e di stereo otto. c'era roba visibilmente taroccata, cassette di liscio e stornelli livornesi e roba un po' più seria, oltrechè, diciamo così, legale. mi ero già fermato a quel banco, forse il proprietario era amico di mio padre, ma non avevo mai trovato niente che mi attirasse. ma quel giorno la mia attenzione fu catturata da quella sorta di pacchettino appoggiato sopra lo scaffale. erano due cassette in un'unica confezione, dal colore giallo/marrone. sopra c'erano disegnati una specie di cervo ed uno strano pesce adagiato su un fungo. non avevo mai visto quel disegno in particolare, ma mi ricordavo delle copertine viste su ciao 2001 o al negozio di dischi, e realizzai che fossero gli yes. guardai la costola, anzi le costole, delle cassette e mi illuminai. eccolo! in un colpo solo gli yes, e addirittura yessongs, il disco magnificato dal ragazzo di bologna. non osavo estrarre le cassette dalla confezione, avevo paura  di romperla, quindi non sapevo quanti e quali brani ci fossero (che differenza avrebbe fatto, poi?), ma lo volevo. "babbo prendo questa". "ma costa un monte", "son due" "e prendine una sola", "non si può sono insieme, è un disco solo" "ma è uno o due?", "uno, ma fatto di due cassette", "vabbé". dura la vita del giovane rocker.
tornando a casa in macchina tirai fuori le cassette. erano marroncine, su una copertina il pesce, sull'altra il cervo. 8 canzoni da una parte, 5 dall'altra. poche. chissà come sono lunghe. guardo i titoli, alcuni sono stranissimi "siberian khatru", "the fish (schindleria praematurus)", altri hanno dei sottotitoli numerati. boh!
torno a casa, è ora di cena, non mi posso mettere ad ascoltare le cassette subito. dalla bibbia ciao 2001 evinco che è un disco registrato dal vivo (te pareva) e che il vinile è addirittura triplo (triplo!). inserisco la cassetta nel fedele (non tecnologicamente parlando, ahimè) registratorino sanyo e mi arrivano dei suoni piuttosto strani. come recita la copertina si tratta di "opening (excerpts from firebird suite)" di stravinsky. capisco subito che è un brano di musica classica - genio - ma mi ci vorranno anni per capire che il brano è registrato e non suonato dagli yes. tant'è, ad un certo punto il pezzo letteralmente esplode in una, arguisco, schitarrata distorta. è l'inizio di "siberian khatru", ed inizia la mia prima volta con yessongs.
l'ascolto è a dir poco faticoso, il ritmo è spesso inusuale e talvolta spezzettato, gli strumenti sono molti e suonano in maniera vorticosa, i brani molto lunghi. ogni tanto dal magma sonoro emergono un pianoforte, un organo, una chitarra meno distorta, una voce dal timbro angelico a riposare un po' le orecchie. c'è da dire che ci sono diverse melodie che colpiscono, anche se incastonate in strutture strumentali spesso furenti. 
di lì a poco andai al mare, per le vacanze, a san vincenzo. avevo nel frattempo dedicato un bel po' di ascolti alle cassette. alcuni brani iniziavano ad essermi leggermente più familiari, anche se la confusione regnava ancora sovrana. sentivo netta la preponderanza della chitarra di steve howe, anche se ero ammaliato dagli interventi delle tastiere di rick wakeman, che alle mie giovani orecchie (ma anche a quelle attualmente invecchiate) suonavano, chissà perché, inconfondibilmente british. in più nel brano "the fish (schindleria praematurus)", c'era una lunga performance di uno strumento che sembrava una chitarra, anche se distorta in maniera curiosa. 
quell'estate i miei invitarono da noi al mare la famiglia dell'ex commilitone di mio padre. mi potei così pavoneggiare con il ragazzo di bologna del mio acquisto e di una competenza che non avevo su yessongs. il biondino faceva battute da nerd, ma mi dette informazioni vitali per la comprensione del disco monstre e per la mia nascente carriera di maniaco del rock.
per esempio mi disse che il brano "excerpts from the six wives of henry VIII" era suonato tutto dal tastierista rick wakeman e che conteneva estratti dal suo disco solista, che all'epoca dell'uscita di yessongs non era ancora arrivato nei negozi. ma soprattutto, rivelazione delle rivelazioni, mi disse che quello che si ascoltava in "the fish" era in realtà un basso. dettaglio non da poco, dato che la notizia avrebbe cambiato per sempre la percezione di quello che sarebbe diventato il mio strumento preferito. e di un disco che non mi avrebbe più abbandonato.
curiosamente, ho acquistato il triplo long playing, la versione in vinile intendo,  abbastanza di recente, solo dopo aver acquistato la prima versione - doppia - in cd. ebbi modo però già all'epoca di avere tra le mani la magnifica, sontuosa, opulenta copertina del disco, con i disegni di roger dean, che, anni dopo, avrebbero ispirato i paesaggi di "avatar" di james cameron.
oltre al triplo vinile, ho tre (!) versioni in cd di yessongs. la prima, diciamo normale, mi è stata poi autografata da bill bruford, scusate se è poco. poi ho quella rimasterizzata, ed una cartonata che riproduce la copertina originale. caratteristica comune di tutte le versioni del disco - sul quale potrei partecipare ad un quiz a premi - è che la qualità della registrazione non è mai sopraffina. pazienza.
la famiglia bolognese rimase solo qualche giorno da noi.  tutte passate col biondo ragazzo bolognese a parlare di musica, e di yes.
non l'ho più rivisto, e purtroppo non mi ricordo come si chiamava. mi piacerebbe rivederlo, anche solo per ringraziarlo.

http://youtu.be/mASjsw9zIos


la prima parte del racconto si trova qui

http://giannozzo.blogspot.it/2013_05_01_archive.html