giovedì 14 febbraio 2013

non urlare, ti sento. my personal sanremo


io nonostante tutto sono ancora parecchio affezionato al festival. a molte canzoni degli anni 60 e 70 sono ancora piuttosto legato, e posso anche dire che mi hanno formato. anche negli anni 80 e 90 qualcosa di dignitoso si è sentito. negli ultimi anni l'avvento dei reality e dei talent show, oltre al ruolo di sostanziale sottofondo per immagini che la musica leggera è stata costretta ad assumere, hanno drasticamente impoverito l'offerta della kermesse canora (come si dice oggi) e anche il mio interesse per essa. unito al fatto che invecchio, naturalmente, ma questa è un'altra storia. in più da quando il festival è diluito in cinque serate è diventato francamente oneroso seguirlo, e così questi ultimi anni sono scivolati via senza lasciare tante tracce, perlomeno per me.
quest'anno sono riuscito a seguire le prime due serate, quelle riservate ai cosiddetti bigs e quindi, già che ci sono, vi dico come le ho sentite.
premetto che le ho sentite male. nel senso che, in generale ho un problema, con il suono pop moderno, in cui le voci son troppo troppo alte rispetto agli strumenti e, dato che le canzoni odierne sono fatte per essere sentite principalmente su personal players e computers attraverso cuffiette e piccoli altoparlanti, hanno un suono finale, quello tipico da mp3, che non mi piace, anzi mi disturba anche un po'. sarà anche una fisima da vecchio trombone abituato agli hifi vintage, ma tant'è.
in più, e non sono stato il solo a rilevarlo, dalla tv il suono dell'orchestra giunge molto compresso, le voci sono in primissimo piano, e questo naturalmente non aiuta intonazioni non sempre calibratissime e interpretazioni spesso non memorabili.
quindi, tutto questo premesso e dato un unico ascolto, ecco quello che le 28 (maremma, parecchie) canzoni, mi hanno lasciato.

almamegretta. mai stato un fan di raiss e compagni. li ho sempre trovati troppo ammiccanti e piacioni verso un tipo di pubblico, soprattutto femminile, culturalmente avvertito. comunque, figura dignitosa. meglio il brano da loro scritto, che quello scritto dagli zampaglione, un cocktail indigeribile per me
annalisa. ne ignoravo bellamente l'esistenza fino a ieri. nonostante la vocalità troppo talent, il brano scintille mi è piaciuto, anche se forse un po' troppo pretenzioso per la bimba. quell'altro era veramente da amici, nel senso di de filippi.
chiara. quando di un cantante si dice, però è bravo, però senti che voce, potrebbe cantare anche l'elenco del telefono, io avverto sempre un problema. io voglio sentire cantare una canzone, non un elenco. inoltre, come detto prima, le nuove eroine della voce, cantano ad un volume troppo alto, e questo mi disturba. fra televoto e autore (il re mida bianconi) immagino che il futuro che verrà arriverà in alto. non mi piace, ma il pezzo ovviamente funziona. anche l'altro.
daniele silvestri. non ce l'ho mai fatta con daniele. ha tutta la mia stima, intendiamoci, ma, non so se è un fatto generazionale, l'ho sempre trovato troppo da liceali, universitari al massimo, per metterlo insieme o vicino ai cantautori che l'hanno preceduto. la musica non mi ha mai intrigato e mi è sempre sembrata messa in secondo piano rispetto a i testi. le canzonette tipo salirò o la paranza poi non mi hanno mai toccato. il bisogno di te appartiene a questa categoria, mentre a bocca chiusa, una bella canzone, mi fa troppo clichè, compreso il baffone che interpreta la lis (lingua italiana dei segni) in modo troppo teatral- centrosinistra.
elio e le storie tese. vabbè, un gigante fra i nani. come una squadra d nba nel campionato italiano di basket. dannati forever sembra già un classico del loro repertorio, la canzone mononota, un imbarazzante prova di onnipotenza strumentale, letteraria ed interpretativa. zio frank sarebbe contento.
malika ayane. lei mi viene a noia dopo tre secondi, i negramaro, insieme a jovanotti, li considero la massima jattura per la musica di casa nostra.
marco mengoni. peccato, la voce mi sembra bellissima. ma il ragazzo non sa cantare, nè stare sul palco e i pezzi sono quelli che sono. compreso, anzi mi sembrava il peggiore, quello scritto da pacifico e nannini.
maria nazionale. con la musica napoletana bisogna andarci cauti. nel senso che da non napoletani forse si giudica male. detto questo, la tipa canta, i brani sono dignitosi, gli autori ci sono, e lei li ha interpretati in maniera molto personale. anzi penso che quello degli avion travel sarebbe stato secondo me peggiore cantato dall'ammiccante servillo (peppe).
marta sui tubi. francamente si sentiva troppo male per dare un giudizio compiuto. non sono neanche un grande fan dell'indie rock (se esiste), troppo autoreferenziale e supponente. quindi non saprei che dirvi. il look era imbarazzante, se serve, il tipo pelato urlava troppo, e le due canzoni mi son sembrate pressoché uguali.
max gazzè. max è probabilmente il mio cantautore italiano contemporaneo preferito, e un musicista con i controfiocchi. una musica può fare è uno dei pezzi più belli degli ultimi sanremo, e anche il solito sesso si ascoltava. penso però che il suo meglio lo abbia già dato. e anche questi due pezzi lo testimoniano. anche se piuttosto nel suo stile, il primo era un po' troppo morgan, l'altro non memorabile. comunque forza max.
modà. ma per piacere.....
raphael gualazzi. non penso che il ragazzone sia il genio quel pianoforte che dicono, ma ci sa fare. l'audio non l'ha aiutato, ma il brano sai mi è piaciuto molto, piuttosto billy joel ma sufficientemente personale. di più, è il mio brano preferito del festival. e anche l'altro discreto, direi.
simona molinari. la tipa secondo me ha commesso due clamorosi autogol, presentandosi in minigonna e con peter cincotti, dato che non sarebbe una cantante pop jazz neanche con un audio migliore. cincotti, onesto mestierante americano, sembrava il suo insegnante, e temo che le sue gambe – di simona non di peter – rimarranno più impresse della sua interpretazione.
simone cristicchi. non mi piace, ha un modo di cantare e di presentarsi che non sopporto. in più mi è sempre sembrato che si appropriasse di argomenti alti senza rendere loro un servizio adeguato. pure nel suo caso devo dire che la resa audio lo ha danneggiato, anche se in mi manchi le stonature erano evidentissime. due brani nel suo stile.
sui giovani non mi pronuncio. primo perché da vent'anni sono purtroppo una delusione totale, secondo perché ci sono diversi bigs che dovrebbero passare secondo me prima da tale categoria e poi approdare fra i seniores.
domani – venerdi 15 dicembre – sarà la serata delle covers. alcune si preannunciano interessanti, gualazzi che rifa' luce, gazzè in ma che freddo fa, silvestri che affronta piazza grande. 
altre da brividi di raccapriccio, come i modà che rifanno io che non vivo, o mengoni in ciao amore ciao.......
ma la scontatissima standing ovation sarà per chiara che urlerà almeno tu nell'universo. ahimè

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