giovedì 21 marzo 2013

una vita in bianco e nero, una vittoria a colori. buon riposo, pietro

certo che questo 2013 è iniziato veramente male. kevin ayers, peter banks, alvin lee, marcello vento, e ora pietro mennea, un sacco di eroi di noi vecchi ragazzi se ne sta andando via di qui.
la morte di pietro, per tanti motivi, ci colpisce forse di più. per la giovane età, per l'universalità del personaggio, perché pietro appartiene a quel novero di eroi sportivi che per noi ragazzi cresciuti negli anni 70 rimangono immortali, come riva, panatta, thoeni, meneghin, merckx.
rivedere le immagini della finale di mosca mi ha fatto riflettere principalmente per il fatto di essere a colori. se non ricordo male quelle furono le prime olimpiadi che ho seguito interamente a colori, da casa. quelle di montreal del 1976 furono lo stesso trasmesse a colori, ma solo in via sperimentale e io le vidi in bianco e nero (in salotto) e a colori (dalla vetrina del negozio di elettrodomestici di fonte).
pietro, come gli altri, è stato per me essenzialmente un eroe in bianco e nero. bastava la fantasia di noi ragazzi a colorare le loro imprese. la vittoria di mosca arrivava , a ripensarci oggi, a chiudere un epoca e ad aprirne un' altra. anche perché era il 1980, era alle porte un decennio nuovo, tutto da esplorare, e avevo 18 anni....
pietro non era spettacolare come gigi, vincitutto come gustav, bello come adriano, gigantesco come dino o onnipotente come eddy. ma era mennea, lo sentivamo vicino, nonostante (o forse proprio per questo) fosse, diciamolo, antipatico, non telegienico e un po' scostante. ma ci dava dentro, anche quando non vinceva e arrivava dietro agli americani o a borzov, oppure lottava con quarrie e wells.
e quando alla fine ha vinto la gara più importante ci ha nello stesso tempo accompagnato, traghettato dalla fanciullezza - mi si passi il pascolismo - all'età adulta. me ne accorgo soltanto ora, dopo trent'anni.
delle scelte che ha fatto dopo, in questo momento non me ne frega un piffero, e tirarle fuori oggi, mi sembra fuori luogo.
tanto per noi vecchi ragazzi rimane un eroe in bianco e nero

martedì 19 marzo 2013

qualcuno deve pur averci presentato (primi incontri – casuali o meno e non sempre capiti – con i miei compagni di viaggio)


4. the who, il giallo e l'arancio


ho le idee un po' confuse riguardo a dove ho sentito per la prima volta un pezzo degli who. alla radio di certo. probabilmente a per voi giovani, sempiterna scintilla e forcipe dei miei destini musicali. ma potrebbe essere stato anche a radio montecarlo. di certo mi ricordo di carlo massarini che parlava di quadrophenia, di quel poco che riuscii a capire del significato del titolo, della confusione che avevo in testa. la storia parlava di un ragazzo, a quanto afferrai, dei suoi problemi di personalità, ed era narrata, interpretata, a quanto diceva carlo, da "quattro ragazzi inglesi", il titolo voleva alludere ad una schizofrenia doppia o voleva accostarsi anche alla quadrifonia, che era la nuova frontiera dell'ascolto hi fi dell'epoca (particolare invero irrilevante, data la povertà degli apparecchi dai quali ascoltavo la musica all'epoca)? e i "quattro ragazzi" c'entravano qualcosa anche nella storia? boh. un'altra cosa che mi ricordo è che questa definizione di townshend e compagni mi colpì, e quando vidi per la prima volta una foto degli who su ciao 2001, mi sembrarono tutto meno che ragazzi. i quattro erano sui 30 anni, stiamo parlando del 73/74, ma in ogni caso i loro cipigli me li facevano sembrare più vecchi.
se penso però al primo brano che mi ricordo di loro, 5:15, il pensiero va a radio montecarlo, e alla voce di riccardo heinen in un tardo pomeriggio che annuncia il titolo sui rumori di stazione ferroviaria che si sentono all'inizio del brano. una musica roboante. chitarre, trombe, una batteria martellante. poi delle pause improvvise. ammaliante
non avevo pero' mai visto la copertina del disco, perché era già uscito da quasi un anno, quando vidi le foto degli who sulla rivista. ma l'appuntamento con uno dei miei dischi favoriti in assoluto, era vicino.
inverno. ero a casa di mio cugino carlo, stavamo facendo i compiti. eravamo compagni di classe, prima media. passa il di lui fratello maggiore e parimenti mio cugino paolo, con un mangiacassette in una mano e due cassette nell'altra. "che cosa hai lì?" gli chiedo. paolo, che all'epoca era piuttosto parco di parole, mi porge i due nastri. hanno la stessa copertina, in bianco e nero. una cassetta è bordata di giallo e una di arancio. guardo la costola. capperi, ma è quadrophenia. scorro i titoli, trovo 5:15, e ne trovo un altro, doctor jimmy. è il protagonista? e che è, un dottore? mistero. che si infittisce quando sul diario di paolo fra i tanti nomi di dischi e complessi vedo scritto quadrophenia e sotto "jimmy the mod". e questo chi è, un parente? e che cos'è un mod? mah......
curiosamente, per un bel po' l'unico brano di mia conoscenza di quadrophenia rimase 5:15, questo perché il primo disco degli who che ho comprato è stato "odds & sods", un disco minore nella produzione dei "quattro ragazzi inglesi" e infinitamente più semplice, ma anche l'unico che c'era in quel momento nel mio negozio di riferimento.
il mio a tutt'oggi ininterrotto rapporto con questo magnifico doppio album riprese, o meglio riesplose, un paio di anni dopo, quando comprai il vinile, corredato da un magnifico libro di foto in bianco e nero, e poi il cd, acquistato ad edimburgo.
ho poi capito chi era il protagonista della storia, chi erano i mod e se c'era un dottore.
il disco, soprattutto, mi sta a cuore, perché è stato il primo che ha rivelato il comune sentire mio e di paolo per il rock, che ci avrebbe portato a vivere un'entusiasmante stagione di scoperte. e mi avrebbe anche iniziato, imitando mio cugino, a rempire i diari scolastici con i nomi e le formazioni dei miei eroi musicali.
ah, sono andato a ricercare due foto della versione in cassetta, e ne ho trovata una gialla e una rossa. io, come detto, me ne ricordo una gialla e una arancio. e mi piace ricordarla arancio

http://youtu.be/OR5v4yyPV6Y

venerdì 15 marzo 2013

le vuoi beige? provale rosse! the foot hooker

sono andato in un grosso centro commerciale, oggi. ho un paio di vecchie adidas che porto da venti anni che ahimè devo cambiare, ma solo perché una di esse ha un buco. da diversi mesi sono alla ricerca di un modello simile, quantomeno nel colore (color sabbia diciamo), ma in paese non sono riuscito a trovarlo. eppure mi pareva un colore abbastanza usuale, finanche anonimo. macché. proviamo il negozione.
quindi sono andato al centro commerciale e sono entrato in questo negozio, che vende unicamente scarpe sportive. i commessi - giovanissimi - sono vestiti come arbitri dei campionati di college americani.
appena entro, uno di questi mi fa "ciao! tutto a posto?" tutto a posto? ciao? (a dire lì per lì non mi ero neanche reso conto che l'imberbe si fosse rivolto a me, tanto mi è sembrato incongruo l'approccio)
a parte ma che ca**o vuoi e diamoci del lei, si presume che io sia entrato a cercare un paio di scarpe e non supporto psicologico, e quindi limitiamoci a quello, magari.
"non ho ancora un'idea precisa", ho risposto mentendo. visto che il tipo non si schiodava ho detto che cercavo un paio di scarpe che sostituissero le mie vecchie cross country, ma la cosa importante era il colore, il suddetto sabbia. "non abbiamo molto come cross", fa lui ignorandomi. "ok, ma l'importante è il colore" ribatto inutilmente.
"ma sai - insiste e insiste anche con il tu - non è un colore molto usuale". "ma che ca**o dici", ho pensato, se non è usuale questo, e mi son guardato intorno. sembrava di essere in un negozio di caramelle. pareti di scarpe fucsia, prugna, arancione, celestino, verde, bluette. qualche macchia bianca. niente di grigio/beige, ovviamente
per scrollarmi di dosso il foruncoloso e la sua insistenza, mi provo un paio di scarpe rosse (?). mentre mi infilo le scarpe entra un mio coetaneo, al quale va peggio che a me. "ti vedo disorientato" lo apostrofa una giovane collega del mio nuovo amico in maglietta a strisce. quando è troppo è troppo. "scusami - faccio al commesso - ma queste non sono quelle che cerco", saluto. "ciao, non ti preoccupare" mi fa lui, facendomi capire che se non trovo un paio di scarpe usate alla caritas, dovrò girare scalzo.
ora, io capisco che in queste grosse catene abbiano esclusivamente commessi giovanissimi che possono far lavorare come muli per pochi spiccioli e che sono chiaramente indottrinati su come approcciare il cliente, e che non abbiano margine di manovra in questo senso.
probabilmente questo tipo di aggressiva invadenza, questo porre il cliente in una condizione di inferiorità pagano. oggi hanno perso una vendita, poco ma sicuro
per la nuda cronaca, poco più avanti c'era un altro negozio di sport. sono entrato, nessuno mi ha cagato, ho individuato due paia di scarpe, me le sono provate, e ne ho acquistate un paio. non proprio quelle che cercavo, ma abbastanza vicine.
inutile dire che, uscendo dal centro commerciale, mi sono fermato davanti alla vetrina del primo negozio ostentando il sacchetto del secondo negozio

martedì 12 marzo 2013

catholicism wow. provaci ancora sean

io sono un ateo convinto. ma non un mangiapreti, o mangiapopi o mangiaimam, ecc. e non sono sono così sprovveduto da pensare che il fatto che ci sia un papa o un'altro o nessuno non incida ancorché minimamente sulla mia vita. lo dico perché questa storia dell'elezione del nuovo papa mi sembra che abbia delle caratteristiche un po' diverse da quelle che ho vissuto probabilmente in maniera più distratta le altre volte. dicevo su facebook che l'avvento dei cardinali nordamericani - soprattutto - sta un po' redcarpettizzando quest'elezione. e non lo dico in senso del tutto negativo. probabilmente, anzi sicuramente,  la chiesa yankee ha molto da farsi perdonare e ha un'immagine giovane, ma già da migliorare. e quindi i mass media americani si sono buttati a pesce su questa imprevista (forse) elezione, con la prevedibile conseguenza di trascinarsi dietro, come sempre succede, tutti i mezzi di informazione del mondo. in più, il fatto di proporre due candidature forti, e per così dire condivisibili come quelle di o'malley e dolan, aumenta senza dubbio l'attenzione globale sull'evento. voglio dire, una figura come quella di sean patrick o'malley, il francescano con saio e porpora, che già dal nome potrebbe sembrare un violinista folk irlandese o un poliziotto buono di boston, attrae sicuramente anche un non credente. attrae per esempio anche blog o trasmissioni radiofoniche sicuramente conosciute come "alternative", se mi si passa il termine oramai anni '70. e i nomi dei cardinali favoriti di sicuro circolano molto di più che in passato. questo anche perché la chiesa ha una gran bisogno di presentare un'immagine diversa di sé al mondo. e questo secondo me getta anche una luce del tutto diversa sulle dimissioni di papa ratzinger. nel senso che non escluderei il fatto che un pontefice unanimamente riconosciuto come comunicatore non eccelso sia stato invitato a farsi da parte in favore di un personaggio più incisivo e più utile ad una riaffermazione politica e d'immagine della chiesa globale. come gli americani, di cui sopra, o il giovane filippino tagle, oppure il brasiliano scherer. nomi che suscitano anche curiosità, ma dei quali è bene essere informati. perché ad esempio da laici potremmo salutare con favore l'elezione di un papa di una nazione emergente come il brasile, se non che il buon odilo pedro è un fiero super tradizionalista. oppure è bene sapere che il ciellino scola è stato consigliere del cavaliere. 
quindi al di là di certi esotismi, c'è poco da star tranquilli. qualcosa cambierà, anche per i non credenti, non sappiamo ancora se in meglio o in peggio
io comunque tifo o'malley. o tagle. grazie signo'

ps non so se avete mai visto il film dogma di kevin smith. fatelo. e ditemi che george carlin non è uguale a o'malley

martedì 5 marzo 2013

io tu noi tutti. il nuovo che avanza. a balzi


15 milioni e più di italiani vanno senz'altro presi in considerazione. anzi, come citava un vecchio lp di elvis, "millions of fans can't be wrong". si potrebbe obiettare che miliardi di fans della cacca sono sicuramente wrong, ovviamente non si può paragonare elvis alla materia fecale, ma il movimento 5 stelle agli altri partiti sicuramente si. anche perché moltissimi voti vengono da ex degli altri schieramenti, oltre a tanti penso, dai neo votanti. quindi non si possono ignorare 15 milioni di compatrioti, presenza indubbiamente ingombrante, in tutti i sensi. che sarebbe potuta diventare più numerosa e di conseguenza ancor più ingombrante con una campagna elettorale un pochino più sobria. ma giusto un pochino. perchè le istanze portate avanti da grillo e i suoi seguaci, sono quasi tutte largamente condivisibili. acqua e sanità pubblica, tagli alla politica, trasparenza, meritocrazia, per dirne alcune. non lo seguo sul terreno di una autarchia e di una decrescita che mi puzzano sinistramente di ventennio o sul distruggere l'esistente tout cour. non lo seguo soprattutto sul modo di porsi, così aggressivo e anche sprezzante. io tendo a rifiutare le cose anche giuste dette male o in malo modo. sarà un limite , o forse snobismo, ma ci posso fare poco.
la riunione romana degli eletti certo ricorda un po' la gita delle medie o della parrocchia, o, peggio, le convention delle società di vendita multilivello. ma aspettiamo a giudicare, e cerchiamo di reprimere il sorrisetto di sufficienza. e non calchiamo troppo la mano neanche sulle parole della neo capogruppo alla camera, più ingenue e inavvedute che pericolose. aspettiamo, non tanto, ma aspettiamo. ma una cosa però mi va pochissimo giù. ed è la continua, insistita, ossessionante, divisione, anzi contrapposizione, fra noi e loro. loro sono morti, loro devono andare a casa, loro non capiscono. noi siamo la ragione, loro il torto. in campagna elettorale poteva anche andare bene, ma ora siamo con le carte in tavola, ora c'è da fare qualcosa, c'è da rendere conto ad un – vasto – elettorato. che non coincide esattamente con i militanti duri e puri (che mi ricordano un po' i ragazzi di mamma ebe, ma lasciamo stare), e con i candidati. un elettorato consolidato e potenziale, se riandremo alle elezioni, che rischia davvero di non capire se si trova fra i noi o fra i loro, se potrà beneficiare delle mosse di grillo. o se questi benefici, se ci saranno, saranno riservati a un noi, non ancora ben definito. insomma, c'è un popolo, o c'è il tuo popolo?
io che non ti ho votato, ma che voglio che le cose cambino, che non sono d'accordo con i tuoi atteggiamenti, ma concordo con diverse cose che dici, che credo che destra e sinistra esistano ancora, ma che non mi ritrovo troppo in questa sinistra, ebbene, io sono noi o sono loro?