lunedì 29 aprile 2013

twitto in una nota. aprite i cancelletti



visto che sono rimasto l'unico beota a non twittare, anche perché in 140 caratteri o quanti diavolo sono non riesco neanche a dire buongiorno, mi metto un po' in pari, con un po di spare twits (oh yeah, si dice coì no?)
 anche se un po' #accazzodicane

ma è sempre l'europa, la storia, la congiuntura o la maiala di su' ma' che lo chiede. e quello che chiede il popolo? #anoisemprestianti

saccomanni all'economia. cioè, un banchiere a risolvere i problemi causati dalle banche. che è, omeopatia? #sisicomeno

perché, il presidente dell'istat al lavoro? #madai.....

da quando rainews 24 è passata da mineo alla maggioni, è diventata come skytg24, cioè una copia di una copia di cnn. cioè la copia di una copia di una cosa inutile. con la differenza che la paghiamo di tasca. #aspettaoratelopagoilcanone

alla fine, ci tocca anche difendere grillo. nel bene o nel male è al momento l'unica forza consistente fuori dal coro, ci piaccia o no, ed è attaccata da tutte le parti. speriamo che non la facciano sempre fuori dal vaso. #comesiamoridotti

ma che me ne frega se i neo ministri arrivano con i mezzi propri, o in taxi. mi importerà piuttosto di quello che vanno a fare, o no? e allora la idem doveva arrivare in canoa?
#ehmatuseisempreilsolito

alla fine, a furia di urlare contro il regime, berlusconi ci si è trovato dentro mani e piedi, e grazie al suo partito di riferimento. il pd. che vitaccia. #sonounragazzosfortunato

7 donne al governo. si, ma due sono del pdl. non basta essere donna perché vi si perdoni tutto.  #ecchecappero

mi stupisce il fatto che fazio o saviano non siano entrati nel governo. ma probabilmente adesso faranno i consigli dei ministri a che tempo che fa.  #siamoazerozerozero

a me la lorenzin fa proprio paura. mi sembra una di quelle bambine mai morte in quegli horror gotici che si svolgono nel new england. oh, è uguale, con quei denti di ferro, poi....
#triciclocigolante

consiglio i tifosi della fiorentina di mettersi l'animo in pace: il terzo posto del milan fa parte degli accordi di governo. #aspettaterenzipremier

ma adesso si potrà scrivere "governo di pisa merda" o è vilipendio dello stato? #orachiudonoancheilvernacoliere

parlando con un amico albanese, ho scoperto che forse forse guadagnerei di più a tirana. e magari la vita costa anche meno. quasi quasi.....  #sonounragazzofortunato



martedì 16 aprile 2013

abbassa la tua voce, per favore. siamo al mercato

come ogni tossico che si rispetti - o come ogni anziano che si rispetti - ho sviluppato una certa ipersensibilità nei confronti dell'oggetto della mia dipendenza. forse la mia è anche iper ipersensibilità, ma lasciamo fare. sto parlando della musica, comunque. l'amo così tanto, così troppo che sopporto male, anzi non sopporto proprio il modo in cui viene trattata, usata, divulgata, intesa oggi. non voglio fare un trattato troppo generale anche perché mi ci vorrebbe troppo tempo e, poco ma sicuro, scivolerei immediatamente nel moralismo. cosa che mi riesce sempre benissimo, figuriamoci quando si parla di musica.
ma un paio di aspetti mi piace sottolinearli.
innanzitutto, c'è troppa musica in giro, tralasciando il fatto che c'è troppa gente che suona e canta. parcheggi, negozi, ascensori, ambulatori, bagni, cinema, attese al telefono, musei e, ovviamente aperibar (termine tecnico).
ok, io accendo lo stereo prima ancora di aver sfilato le chiavi dalla porta, ma sono in casa mia, ascolto quello che mi pare, come mi pare e al volume che mi pare, senza imporre niente a nessuno. forse qualcosina ai miei vicini, ma è roba di qualità, comunque. spero. per loro.
quindi, perché devo continuamente sorbirmi musica quasi sempre fuori luogo (è il caso di dirlo), riprodotta male, spesso troppo alta di volume. tralascio in questa sede di parlare della qualità.
la musica, secondo me,  è un'esperienza piuttosto completa, un piacere che dovrebbe essere il più possibile consapevole e volontario. perché debba sentire i modà da una tromba da pesciaiolo mentre parcheggio, o giorgia da un altoparlante da autoradio mentre aspetto il mio turno dal dottore o addirittura mario biondi a tutto volume se passo davanti a un bar figo, lo sa dio, o chi per lui. un po' di silenzio, ogni tanto, non fa male. e qui il discorso si allargherebbe ad altri campi della comunicazione, ma non voglio andare fuori tema, per ora.
o si commissionano a brian eno un migliaio di dischi di musica da ambienti. potrebbe essere un idea.
ma più di tutto, oggi, ho un problema con il suono della musica moderna. 
ogni epoca ha le sue cagate, musicalmente parlando, c'erano quaranta o cinquanta anni fa, ci sono oggi. forse oggi un po' di più, ma non ne sarei così sicuro onestamente.
il problema, anzi i problemi, sono essenzialmente due. o forse uno. il suono, come dicevo prima  e i generi vanno fieri verso un'eccessiva e già molto consistente omologazione.
oggi la musica viene essenzialmente riprodotta da dispositivi e altoparlanti di piccole dimensioni, ancorché sofisticati. pc, personal players, autoradio, mini stereo, tv. se va bene ogni tanto c'è un subwoofer, ma c'è stata nel tempo una drastica dismissione di frequenze audio per venire incontro alle esigenze di miniaturizzazione, e ahimè di design, dell'ascolto che ha condizionato parecchio il modo di registrare e purtroppo anche di concepire la musica. nel senso che c'è tutta una gamma di suoni e sonorità "di mezzo" che sono andati via via sparendo dalle canzoni, portandosi via una buona fetta di armonia, che ritengo sia una parte fondamentale di  ogni composizione, ma che oramai è un'araba fenice. in pratica, una larghissima parte delle canzonette che ascoltiamo oggi, viene concepita e realizzata così. una base ritmica molto accentuata, con la batteria molto spesso trattata elettronicamente e il basso molto basso (sia di frequenze che di volume), tastiere o chitarre che sostengono la melodia, e la voce registrata alta, altissima. per me in maniera insopportabile. oppure c'è un pastone inestricabile con la voce sempre squassante (i negramaro, per esempio). in più, le esigenze di programmazione radio e tv hanno tagliato via introduzioni e finali dalle canzoni. se ci fate caso, il 90 % dei pezzi di oggi, iniziano e finiscono con la voce. come se quarant'anni fa le canzoni non passassero in radio o tv, boh!
tutto questo impoverimento, questa standardizzazione, è dovuta anche all'assoggettamento nei confronti del genere, meglio del multigenere (scusate il neologismo) dominante: il genere musical/talent, in cui tutto ruota intorno alla voce. se ascoltate bene come vengono proposte le canzoni nei talent show, o come vengono reinterpretate nei musical - soprattutto le versioni italiane - o in serie tipo "glee", oppure in una scaletta media di una radio tendente al giovanile, vi sembrerà davvero di ascoltare, grosso modo, sempre lo stesso genere. ed è un genere che, al di là del valore artistico (ripeto, le cagate c'erano anche prima), a me urta letteralmente le orecchie. soprattutto per queste voci inspiegabilmente alte, che lasciano miseramente sullo sfondo gli strumenti, e fa sì che non possa apprezzare proposte un po'più valide. faccio un esempio. adele è probabilmente brava e le canzoni potrebbero essere anche belle. ma canta troppo forte e i pezzi hanno strutture poverissime. in mano ad un produttore vecchio stile, secondo me, farebbe scintille. ma siccome piace a tutti, andrà bene così. in fondo quanta gente ascolta musica da un paio di jbl anni '70?
però, questo qui dei marta sui tubi, per dirne un'altro, ma perché urla così? o cremonini? o alicia keys? 
fateli cantare più piano. mi farebbero cagare lo stesso, ma perlomeno li ascolterei un po' più serenamente

martedì 2 aprile 2013

pecce pecia calia nardo raseni. quando si predica bene e si ruzzle male

è da un po' che volevo dire la mia su uno dei passatempo più in voga del momento, poi altre questioni tipo elezioni multiple e scomparse celebri (ahimè anch'esse multiple) mi hanno distolto dal mio intendimento. nel frattempo ho continuato a praticarlo, cosa che sta rafforzando le mie convinzioni.
sto parlando di ruzzle, questo giochino di parole che ha stregato probabilmente milioni di possessori di smart phones. come sempre mi succede, arrivo sempre dopo la banda, e quando  finalmente l'ho scoperto l'ho scambiato per un altro giochino, bookworm, al quale mi dedicavo con buoni risultati diversi anni fa. e mi ricordava anche scarabeo. quindi, non prima di aver fatto il gradasso su facebook, ho scaricato l'applicazione. mi sembrava strano che un gioco simile potesse avere un tale successo in italia, ma tant'è. mi son detto, ho un po' di dimestichezza con l'italiano, ho un vocabolario non limitatissimo, vinco a mani basse. ah ah ah ah. ho subito immediatamente una sequela di cenciate epiche. non riuscivo veramente a trovare il famoso bandolo (bando. dolo. lo. do. ba). a un certo punto, però, mi son detto eccheccacchio, e ci ho fatto uno  studio sopra. e sono arrivato alla conclusione che non sarò mai un campione di ruzzle.
intendiamoci, io sono una schiappa, a volte non vedo le parole neanche se me le presentano con le patate e l'insalata o evidenziate di giallo. e per sovrammercato non sono velocissimo a digitare sul touch screen. però ritenevo di non essere così pessimo e quindi sono andato alla ricerca di qualche regola aurea per non prendere tutte le risolate che prendo. e in realtà non ne ho trovate. vi faccio qualche esempio. ruzzle accetta parole come pecce, pecia, calia, raseni,  racco, occa, taso, torro, drami, vinate, vine, tapa, sene. ho chiesto ai miei avversari (più spesso avversarie, vere e proprie maramalde) "come ci siete arrivati?", "a caso, cercando altre parole, bisogna digitare continuamente". si, buonanotte. non ci arriverò mai. e poi, il giochino non accetta i verbi composti (bevilo, mangiale, rompiti, ecc) o riflessivi (trovasi). perché? ruzzle non accetta i nomi propri, ma berta, nora e lisa si. piero si e pierot no. perché?
parimenti non accetta i nomi geografici, ma prende ebro, e reno (e non arno. esterofilia?). prende sirte e non sinai, brasile e non siria o cina. prende capri ma non cipro. perché?
prende alcuni nomi latini come ter , pria e sine. ma non vici o opra. perché?
allo stesso modo con i termini inglesi. prende club, gate, pass, ma non next. perché?
e gli esempi sono tantissimi. ammetto di essere pignolo, ma io non riesco a ricavare delle regole da tutto questo.
io perdo tempo a scrivere copti e prendo 10 punti, mentre qualche giorno fa (per puro caso) con zigate zigato ziga ho fatto 1200 punti. e non so neanche che significa!
ruzzle! perchè prendi roi e rue e non cheri? perché prendi torr (chi cacchio è?) e non zorro?
perché trii si e dui no? perché bit va bene e tera no?
lo so, forse tutto questo non giustifica il mio record di 189 perse e 82 vinte (alcune per abbandono), ma insomma qualcosa non quadra.
caro ruzzle, se prendi cristo, ti devi prendere anche inri