martedì 19 marzo 2013
qualcuno deve pur averci presentato (primi incontri – casuali o meno e non sempre capiti – con i miei compagni di viaggio)
4. the who, il giallo e l'arancio
ho le idee un po' confuse riguardo a dove ho sentito per la prima volta un pezzo degli who. alla radio di certo. probabilmente a per voi giovani, sempiterna scintilla e forcipe dei miei destini musicali. ma potrebbe essere stato anche a radio montecarlo. di certo mi ricordo di carlo massarini che parlava di quadrophenia, di quel poco che riuscii a capire del significato del titolo, della confusione che avevo in testa. la storia parlava di un ragazzo, a quanto afferrai, dei suoi problemi di personalità, ed era narrata, interpretata, a quanto diceva carlo, da "quattro ragazzi inglesi", il titolo voleva alludere ad una schizofrenia doppia o voleva accostarsi anche alla quadrifonia, che era la nuova frontiera dell'ascolto hi fi dell'epoca (particolare invero irrilevante, data la povertà degli apparecchi dai quali ascoltavo la musica all'epoca)? e i "quattro ragazzi" c'entravano qualcosa anche nella storia? boh. un'altra cosa che mi ricordo è che questa definizione di townshend e compagni mi colpì, e quando vidi per la prima volta una foto degli who su ciao 2001, mi sembrarono tutto meno che ragazzi. i quattro erano sui 30 anni, stiamo parlando del 73/74, ma in ogni caso i loro cipigli me li facevano sembrare più vecchi.
se penso però al primo brano che mi ricordo di loro, 5:15, il pensiero va a radio montecarlo, e alla voce di riccardo heinen in un tardo pomeriggio che annuncia il titolo sui rumori di stazione ferroviaria che si sentono all'inizio del brano. una musica roboante. chitarre, trombe, una batteria martellante. poi delle pause improvvise. ammaliante
non avevo pero' mai visto la copertina del disco, perché era già uscito da quasi un anno, quando vidi le foto degli who sulla rivista. ma l'appuntamento con uno dei miei dischi favoriti in assoluto, era vicino.
inverno. ero a casa di mio cugino carlo, stavamo facendo i compiti. eravamo compagni di classe, prima media. passa il di lui fratello maggiore e parimenti mio cugino paolo, con un mangiacassette in una mano e due cassette nell'altra. "che cosa hai lì?" gli chiedo. paolo, che all'epoca era piuttosto parco di parole, mi porge i due nastri. hanno la stessa copertina, in bianco e nero. una cassetta è bordata di giallo e una di arancio. guardo la costola. capperi, ma è quadrophenia. scorro i titoli, trovo 5:15, e ne trovo un altro, doctor jimmy. è il protagonista? e che è, un dottore? mistero. che si infittisce quando sul diario di paolo fra i tanti nomi di dischi e complessi vedo scritto quadrophenia e sotto "jimmy the mod". e questo chi è, un parente? e che cos'è un mod? mah......
curiosamente, per un bel po' l'unico brano di mia conoscenza di quadrophenia rimase 5:15, questo perché il primo disco degli who che ho comprato è stato "odds & sods", un disco minore nella produzione dei "quattro ragazzi inglesi" e infinitamente più semplice, ma anche l'unico che c'era in quel momento nel mio negozio di riferimento.
il mio a tutt'oggi ininterrotto rapporto con questo magnifico doppio album riprese, o meglio riesplose, un paio di anni dopo, quando comprai il vinile, corredato da un magnifico libro di foto in bianco e nero, e poi il cd, acquistato ad edimburgo.
ho poi capito chi era il protagonista della storia, chi erano i mod e se c'era un dottore.
il disco, soprattutto, mi sta a cuore, perché è stato il primo che ha rivelato il comune sentire mio e di paolo per il rock, che ci avrebbe portato a vivere un'entusiasmante stagione di scoperte. e mi avrebbe anche iniziato, imitando mio cugino, a rempire i diari scolastici con i nomi e le formazioni dei miei eroi musicali.
ah, sono andato a ricercare due foto della versione in cassetta, e ne ho trovata una gialla e una rossa. io, come detto, me ne ricordo una gialla e una arancio. e mi piace ricordarla arancio
http://youtu.be/OR5v4yyPV6Y
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