martedì 2 aprile 2013

pecce pecia calia nardo raseni. quando si predica bene e si ruzzle male

è da un po' che volevo dire la mia su uno dei passatempo più in voga del momento, poi altre questioni tipo elezioni multiple e scomparse celebri (ahimè anch'esse multiple) mi hanno distolto dal mio intendimento. nel frattempo ho continuato a praticarlo, cosa che sta rafforzando le mie convinzioni.
sto parlando di ruzzle, questo giochino di parole che ha stregato probabilmente milioni di possessori di smart phones. come sempre mi succede, arrivo sempre dopo la banda, e quando  finalmente l'ho scoperto l'ho scambiato per un altro giochino, bookworm, al quale mi dedicavo con buoni risultati diversi anni fa. e mi ricordava anche scarabeo. quindi, non prima di aver fatto il gradasso su facebook, ho scaricato l'applicazione. mi sembrava strano che un gioco simile potesse avere un tale successo in italia, ma tant'è. mi son detto, ho un po' di dimestichezza con l'italiano, ho un vocabolario non limitatissimo, vinco a mani basse. ah ah ah ah. ho subito immediatamente una sequela di cenciate epiche. non riuscivo veramente a trovare il famoso bandolo (bando. dolo. lo. do. ba). a un certo punto, però, mi son detto eccheccacchio, e ci ho fatto uno  studio sopra. e sono arrivato alla conclusione che non sarò mai un campione di ruzzle.
intendiamoci, io sono una schiappa, a volte non vedo le parole neanche se me le presentano con le patate e l'insalata o evidenziate di giallo. e per sovrammercato non sono velocissimo a digitare sul touch screen. però ritenevo di non essere così pessimo e quindi sono andato alla ricerca di qualche regola aurea per non prendere tutte le risolate che prendo. e in realtà non ne ho trovate. vi faccio qualche esempio. ruzzle accetta parole come pecce, pecia, calia, raseni,  racco, occa, taso, torro, drami, vinate, vine, tapa, sene. ho chiesto ai miei avversari (più spesso avversarie, vere e proprie maramalde) "come ci siete arrivati?", "a caso, cercando altre parole, bisogna digitare continuamente". si, buonanotte. non ci arriverò mai. e poi, il giochino non accetta i verbi composti (bevilo, mangiale, rompiti, ecc) o riflessivi (trovasi). perché? ruzzle non accetta i nomi propri, ma berta, nora e lisa si. piero si e pierot no. perché?
parimenti non accetta i nomi geografici, ma prende ebro, e reno (e non arno. esterofilia?). prende sirte e non sinai, brasile e non siria o cina. prende capri ma non cipro. perché?
prende alcuni nomi latini come ter , pria e sine. ma non vici o opra. perché?
allo stesso modo con i termini inglesi. prende club, gate, pass, ma non next. perché?
e gli esempi sono tantissimi. ammetto di essere pignolo, ma io non riesco a ricavare delle regole da tutto questo.
io perdo tempo a scrivere copti e prendo 10 punti, mentre qualche giorno fa (per puro caso) con zigate zigato ziga ho fatto 1200 punti. e non so neanche che significa!
ruzzle! perchè prendi roi e rue e non cheri? perché prendi torr (chi cacchio è?) e non zorro?
perché trii si e dui no? perché bit va bene e tera no?
lo so, forse tutto questo non giustifica il mio record di 189 perse e 82 vinte (alcune per abbandono), ma insomma qualcosa non quadra.
caro ruzzle, se prendi cristo, ti devi prendere anche inri

2 commenti:

  1. Grandissimo Massimo! Un vero poema dedicato all'inutile futilità di frenesie collettive nelle quali, ormai, più nessuno si chiede come siano fatte le cose (qualunque cosa) ma solo come usufruirne spegnendo il cervello e muovendo forsennatamente i polpastrelli.
    Dall'Homo Sapiens all'Homo Polpastrellus.

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